VENOM: knock knock let the devil in!

 

Dopo le aspettative disilluse di “Spider Man 3“, di Sam Raimi, finalmente Venom torna al cinema e con un film tutto suo! Sony e Marvel si sono accordate per una collaborazione ben riuscita. Nonostante le numerose critiche negative d’oltreoceano, “Venom” di Ruben Fleischer (regista di “Zombieland”) ha diviso gli spettatori. A noi è piaciuto. Vi state chiedendo come mai il Terni Horror Fest recensisce un cinecomics? Beh, perché per la prima metà è un film molto dark, con spiccate tinte fantahorror. Non faremo spoiler in questa recensione perché è un film che vale la pena vedere. Non aspettatevi un capolavoro, perché non lo è, ma è un ottimo film d’intrattenimento, che vi farà sobbalzare e divertire.

Ciò non toglie che ci siano aspetti davvero pregevoli della pellicola: il primo è Tom Hardy. Come ha fatto notare la youtuber Violetta Rocks nel suo video a riguardo, gli attori di grande talento che si prestano a recitare in film molto più mainstream del solito e ci mettono lo stesso impegno che avrebbero messo in un film da oscar, sono nel nostro “cerchio della fiducia“. Hardy è davvero credibile nel ruolo di Eddie Brock, giornalista d’inchiesta che non ha paura di fare domande scomode a chi di dovere senza pensare alle conseguenze disastrose delle proprie azioni. A questo proposito, altro punto positivo è la caratterizzazione del personaggio di Anne Weying, fidanzata di Eddie: finalmente una fidanzata che non passa tutto il film ad urlare “aiutoooo” (coff coff Mary Jane di Kristen Dunst coff coff)! Una donna che sa quello che vuole e che non dipende in alcun modo dal suo uomo, piuttosto una che spesso lo tira fuori dai guai.

Il simbionte, Venom per l’appunto, è un alieno con un gran senso dell’umorismo che vi farà divertire, anche quando stacca teste a morsi. La cgi delle interazioni fisiche tra Brock e il suo parassita è ben fatta, inquietante e sorprendente. Le parti più spassose sono quelle in cui Venom ed Eddie dialogano, strizzando l’occhio al disturbo dissociativo dell’identità: Eddie sente le voci per un po’, voci che si fanno sempre più presenti con il crescere del pericolo a cui Brock si espone. Proprio come nel did, Venom prevale quando Eddie è in difficoltà. Inoltre i due entrano in simbiosi nel senso letterale del termine: Venom cambia atteggiamento e si affeziona alla Terra man mano che passa del tempo dentro Eddie, tanto che i due alla fine diventano amici, coprendosi le spalle l’un l’altro.

Una delle cose più apprezzabili, nonostante forse sia la causa principale delle critiche, è la commistione tra l’horror e la commedia: pur essendo un film per certi versi piuttosto oscuro, per altri vi regalerà parecchie risate. Non è cosa nuova mischiare il terrore e il riso, è cosa rara. Riuscire a mescere le due cose per bene è cosa ancora più inusuale, e a noi pare che qui ci siano riusciti. Il primo tempo del film, come dicevamo, è molto più vicino all’horror di quanto non lo sia un normale cinecomics, con tanto di jumpscares (un paio, ma ben piazzati). Ma il più grande pregio del film è l’audio: la voce cavernosa di Venom e la colonna sonora originale (per non parlare della canzone di Eminem sui titoli di coda) danno alla pellicola quel tono dark di cui aveva bisogno e che i filtri freddi della fotografia riuscivano solo a suggerire. Ludwig Goransson ci fa venire i brividi!

Ancora una volta la pecca sta nell’antagonista, interpretato da un buon Riz Ahmed, una sorta di Elon Musk dei fumetti che si sente Dio (letteralmente) e che non esce dal cliché del delirio di onnipotenza. Ancora una volta la scrittura del villain è senza infamia e senza lode. La trama in realtà è molto semplice e lineare, tanto che ricorda i primi cinecomics; si poteva fare di più, ma la sceneggiatura riesce lo stesso ad essere originale e a coinvolgere lo spettatore. Inoltre la pellicola è adatta ai più piccoli… forse anche troppo, ma questo è un difetto relativo. Insomma, il nostro voto è 7.5 che tende all’8/10. Siete ancora lì?!

Ilaria Alleva

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