About: Il buio dentro
Una donna uccisa da un serial killer, un giornalista di cronaca nera che chiamano “Lo sciacallo” ha visto uccidere nelle stesse modalità molti anni prima. Le due linee temporali che si incrociano nella narrazione dell’autore fino ad unirsi nella risoluzione del caso.
Antonio Lanzetta viene presentato (meritatamente) dal Sunday Times come lo Stephen King italiano, ma se vi fermate a leggere le sinossi che trovate on line di questo suo romanzo di esordio nel genere thriller difficilmente capirete perché.
Del resto, questo è noto, c’è sempre una grande difficoltà nel presentare un libro in poche righe, specialmente quando si tratta di thriller e non bisogna spoilerare i colpi di scena… immaginate di aver scritto voi Psycho di Robert Bloch… cosa vorreste che sia scritto in quarta di copertina per invogliare il lettore all’acquisto?
“Una bella ragazza con un segreto fugge verso una vita migliore, ma ancora non sa cosa l’aspetta al Bates Motel!“.
Vediamo già il lettore che arriccia il naso e poi lo rimette sullo scaffale della libreria… no, non è per nulla facile invogliare a leggere il libro con una sinossi di qualche riga.
Questo probabilmente perché come dicono alcuni gli archetipi delle “storie” sono limitati e alla fine se vai proprio a stringere la trama si ricade in ciò che già si conosce.
Allora che cosa fa la differenza fra un libro e un altro? O, per meglio dire, chi è il bravo scrittore?
Sostanzialmente, a nostro personale giudizio, tre cose: la credibilità della storia, la caratterizzazione dei personaggi e i colpi di scena.
In tutte e tre queste componenti Antonio Lanzetta con il suo Il buio dentro (La Corte Edizione 2016, 14,90 €, 288 pag.) merita voti molto alti e dimostra che alcuni topos narrativi non stancano mai.
Ci capita ad esempio con le storie dei ragazzi in età pre-adolescenziale, quele periodo fra gli undici e i quattordici anni in cui gli amici e le esperienze condivise con questi (con buona pace di Freud e i suoi traumi dell’infanzia che restano quasi sempre relegati al subcosciente) determineranno buona parte delle nostre scelte della vita adulta.
Dei racconti di quell’età, possiamo aver letto e riletto Il corpo di S. King , I ragazzi della via Pal di F. Molnar e tanto altro, ma siamo sempre pronti a leggerne ancora ed ancora, specialmente quando ben raccontate come in questo caso.
I quattro protagonisti Damiano, Claudia, Stefano e Flavio vivono la loro preadolescenza a Castellaccio, un paese costiero della provincia di Salerno, in cui oltre alla problematica presenza della malavita organizzata devono confrontarsi con i problemi classici di quell’età. Dai bulli di paese ai primi flirt amorosi; per Flavio poi c’è anche da superare il trauma della morte della madre con cui viveva a Torino e quindi del successivo trasloco dal nonno materno.
Il primo capitolo del libro però inizia decine di anni dopo, come raccontano le righe della sinossi riportate; ecco quindi un altro topos narrativo che non stanca mai, gli adulti che devono affrontare in un modo o nell’altro i conti lasciati in sospeso da ragazzi.
Altra qualità di questo romanzo è il suo ritmo serrato, cosa in genere molto apprezzata dai lettori di thriller; pur non trascurando le caratterizzazioni dei personaggi e dei luoghi, l’autore non si perde mai in lunghe descrizioni o riflessioni pesanti esterne alla trama principale e non funzionali alla comprensione della storia.
Un esordio nel mondo del thriller puro molto convincente per Antonio Lanzetta che aveva iniziato facendosi apprezzare per i suoi romanzi di fantascienza.
J. Mnemonic
Antonio Lanzetta sarà ospite del Terni-Narni Horror Fest il 1 Novembre prossimo, occasione in cui, premierà i finalisti del concorso letterario associato al festival e di cui ha accettato di essere il presidente della giuria per questa edizione.
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