US: le metà oscure di Jordan Peele.
Dopo il grande successo di Scappa-Get Out, Jordan Peele avrebbe dovuto prevedere le altissime aspettative degli spettatori. Noi-Us, nelle sale italiane in questi giorni, è sicuramente un bel film. Peccato che non sia all’altezza del precedente. Siamo usciti dalla sala un po’ perplessi, e la cosa peggiore è che le perplessità nascono poco prima del finale (con un plot twist inaspettato e molto gradito). Peccato, un vero peccato. Nella prima parte di questa recensione cercherò di non fare spoiler, di modo che se siete ancora indecisi se vederlo o no, possiate farvi un’idea senza rovinarvi la sorpresa, mentre nella seconda parte mi rivolgerò a chi è già uscito dalla sala.
Us è la storia di una giovane donna (Adelaide, interpretata da una Lupita Nyong’o in formissima) che da bambina ha vissuto un’esperienza traumatica trovando un’altra sé stessa in una casa degli specchi sulla spiaggia di Santa Cruz; dopo moltissimi anni torna su quella stessa spiaggia con suo marito e i suoi due figli, percependo dai primi minuti che qualcosa non va. Sarà costretta a misurarsi con le sue più grandi paure e i demoni non solo suoi. E abbiamo già detto troppo.
Se l’idea di partenza è veramente buona, la regia spettacolare e la colonna sonora davvero azzeccata, è la sceneggiatura ad avere qualche problema: lo spettatore si trova davanti a una spiegazione che non sta in piedi, dovendo accettare lo stato delle cose senza che ci sia una spiegazione convincente. Capiamo la suspension of disbelief, ma all’interno di una trama del genere alcune scelte devono essere giustificate per forza (e le possibilità c’erano, e molte). Se siete interessati di più all’aspetto tecnico, potete andare tranquilli, ma se siete di quelli a cui interessa la trama, preparatevi ad uscire con grandi punti interrogativi. Se invece volete semplicemente provare delle scariche di adrenalina, Us vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine. Tornando a casa, potrebbe capitarvi persino di guardarvi le spalle…
Da qui in poi: SPOILER ALERT!!!
Bene, se state ancora leggendo, do per scontato che sappiate di cosa sto parlando. Ci troviamo ancora di fronte al doppio malvagio, la metà oscura… un ever green che non delude mai! Le implicazioni psicologiche di dover uccidere il proprio doppio e l’aberrazione che ne comporta sono già un primo motivo di inquietudine (l’ombra che vuole prendersi la tua vita e la tua identità ha degli echi junghiani chiarissimi), e ancora di più il film diventa inquietante quando l’ “originale” si confonde con l’ombra iniziando ad uccidere in maniera efferata per istinto di sopravvivenza.
Tuttavia è proprio la storia dei doppi che non convince: milioni di doppi che vivono sotto terra, nei cunicoli abbandonati d’America, e che non si capisce come mai decidano di venire fuori proprio allora, di fare la rivoluzione, e non si capisce come non se ne sia mai accorto nessuno. Vero è che vivono sotto terra, ma non così tanto sotto terra! Un buco nella trama grande come un cratere che ci ha fatto storcere il naso. E alla fine l’unica famiglia che si salva è quella della protagonista… del clone che è riuscito a scambiarsi, a tornare in superficie e a vivere la vita che le era stata negata, facendola in barba al mondo intero!
I conigli continuano a depistare lo spettatore per tutto il tempo. Si potrebbe pensare a una spiegazione scientifica, a una clonazione umana venuta male, e invece è tutto molto nebuloso, risolto in poche battute che non chiariscono nulla. Perché gli umani hanno creato i cloni? E quando? E come? Perché nel film viene detto che sono stati gli umani. Siamo rimasti molto perplessi.
In tutto questo c’è da dire che la regia è davvero ottima (basta vedere la scena della danza-combattimento), il cast eccezionale (anche i più giovani), e la colonna sonora originale è davvero molto angosciante. Insomma, in Us il cardiopalma è assicurato, il film intrattiene e tiene alta la tensione per le due orette che dura. Peccato per le tante domande irrisolte…
Voto: 7/10.
Credits:
Ilaria Alleva
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