OVERLORD: I MOSTRI DELLA GUERRA.

Overlord” di Julius Avery, è l’ultima produzione di J.J. Abrams (noto soprattutto per essere al timone della nuova trilogia di Star Wars), uscito nelle sale italiane la settimana scorsa. Essendo il film ancora in sala -e poiché noi lo consigliamo- la recensione sarà no spoiler, e sulla trama non potremo dirvi più di così: durante lo sbarco in Normandia, alcuni americani approdano in un villaggio in cui i tedeschi conducono strani e inquietanti esperimenti.

La prima mezz’ora è un film di guerra in cui Avery (regista australiano quasi alle prime armi) non si trattiene dal fare sfoggio delle sue abilità registiche; in particolare vorrei segnalare un piano sequenza spettacolare nei primi minuti di film, su uno sfondo di bombardamenti continui(ma anche qui non posso rivelarvi di che scena si tratti). C’è una tensione drammatica sostenuta per quasi tutto il tempo dell’azione. Non potrete tirare nemmeno un sospiro di sollievo mentre vi trovate tra i fuochi della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, forse, la parte da war movie è un po’ troppo lunga, così lunga che mi stava venendo il dubbio che avessimo sbagliato film. Dopo l’intervallo però, le cose si fanno davvero molto interessanti e irresistibilmente inquietanti. Comincia il vero divertimento!

Ecco, Overlord è un horror di atmosfera ma fino a un certo punto. La tensione sta nella guerra stessa, rappresentata in tutta la sua brutalità, nell’aria pesante carica di piombo e del fumo che incendia i boschi. Ma l’orrore vero è fatto di macabro e splatter (parecchio splatter), di torture e violenze gratuite e di scelte (di vita o di morte, a seconda dei punti di vista) inenarrabilmente orribili. Il laboratorio ricorda un dungeon tipico dei videogiochi horror (avete presente il manicomio di Until Dawn o le basi dell’Umbrella Corporation di Resident Evil?), ed è strapieno di elementi raccapriccianti. Gli esperimenti umani realmente avvenuti sotto il nazismo vengono qui assunti come punto di partenza per arrivare a quelle che sarebbero state le loro estreme, mostruose, conseguenze, se la scienza fosse stata più evoluta.

I personaggi principali hanno una buona evoluzione durante il film (sebbene il tempo dell’azione duri una sola notte) e vengono più o meno approfonditi tutti. Il design del villain ricorda un po’ Teschio Rosso della Marvel, e l’attore interpreta maledettamente bene la propria parte: un umano trasformato in mostro, non da un esperimento, ma dalla propria mancanza di principi, dalla sua lurida, viscida, schifosa brama di potere e megalomania, nascoste sotto una divisa che nel nostro immaginario non può che rappresentare il male. Perché i mostri non nascono dai veleni che gli iniettiamo, ma nelle recondite, oscure, insondabili profondità della psiche umana.

Insomma, di più non possiamo dire. Overlord ci ha fatto uscire dalla sala soddisfatti. Voto: 7.5/10.

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