Review: Silent Hill
[voto 7,1/10]
[attenzione SPOILER!]
Il film inizia male, o per lo meno non certo in maniera originale. Del resto a noi che siamo usciti da anni dal tunnel dei videogames i film tratti da questi non è attirano in modo particolare.
La trama inizia in modo molto banale con una bambina (Sharon) che soffre di sonnambulismo e nei suoi incubi invoca il nome di una città misteriosa: “Silent hill” per l’appunto.
Rose Da Silva (Radha Mitchell) ovvero la madre adottiva, scopre che questa è una località vicina alla zona da cui proviene la bambina e allora decide di portarla lì sperando di scoprire cosa le ha generato questo trauma e di farglielo superare. Il padre Cristopher Da Silva (Sua maestà Eddard Stark aka Boromir figlio di Denethor al secolo Sean Bean) per tutta risposta le blocca le carte di credito sperando di fermare il suo viaggio… e le banalità fortunatamente finiscono qui.
Inseguite in moto dalla poliziotta scrupolosa Cybil (la sempre troppo poco apprezzata Laurie Holden che ci era piaciuta molto in The Mist) madre e figlia si dirigono durante la notte alla misteriosa Silent Hill ma quando sono quasi arrivate Rose perde il controllo dell’auto e ha un incidente. Quando si sveglia sua figlia è scomparsa, il mattino è arrivato ma è un mattino strano, con la cenere che piove dal cielo e un atmosfera frigia che fa intuire qualcosa di diverso dalla “normalità”. Mentre cerca sua figlia Rose ha i primi incontri con figure strane e deformi, cerca di tornare alla macchina per chiedere aiuto e qui incontra Cybil anche lei coinvolta nell’incidente della sera prima. L’incubo è però iniziato e le due donne dovranno fuggire e combattere a lungo i mostri di Silent Hill fino a conoscere la verità sul posto e su Sharon.
Nel frattempo Cristopher pentito corre in aiuto della moglie che non è più raggiungibile al cellulare, ma come si comincia a capire dalla differenza della fotografia non si trova nella stessa realtà della Silent Hill dove le donne e Sharon sono prigioniere. Ritrovano l’auto e la moto della poliziotta dopo l’incidente ma nessuna traccia di loro, Cristopher riesce solo a farsi cacciare dal paese dove nessuno vuole ricordare più l’orribile storia legata a quella collina maledetta dove “il fuoco brucia ancora”.
La realtà che scoprono le due donne mentre affrontano mostri e uomini deformi in una originalissima discesa negli inferi che sarebbero i reparti di un ospedale (ottimi e suggestivi gli effetti speciali nonché la grafica originalissima… menzione doverosa per le straordinarie e inquietanti “infermiere” senza volto), è peggio di quanto ci si potesse aspettare.
Anni prima in una sorta di caccia alle streghe “reloaded” in quel paesino bigotto della profonda provincia americana, una bambina Alessa “concepita fuori dal matrimonio” veniva, per questo motivo, bullizzata, derisa e in quanto figlia del peccato lasciata anche alle amorevoli cure del bidello perverso della scuola. Sua madre per far cessare la persecuzione nei confronti della figlia accetta di sottoporla al rito purificatorio della folle setta religiosa che governa il paese, quando capisce che il rito purificatorio consiste nel cuocere la bambina sulla graticola a fuoco lento era troppo tardi. Così come l’intervento della polizia che salva Alessa ma ormai è completamente ustionata e deturpata dalle fiamme dell’incendio che aveva coinvolto tutto l’hotel dove la setat si era radunata.
L’odio di Alessa nella camera di ospedale cresce fino ad invocare un entità malvagia che compie la sua vendetta facendo precipitare Silent Hill e i suoi fanatici nel limbo dove rimarranno intrappolati fino ad allora perseguitati dai suoi mostri, ma la parte buona di Alessa viene salvata dall’entità ed è rappresentata da Sharon che verrà portata fuori dal limbo e data in adozione a Rose per l’appunto.
La vendetta di Sharon/Alessa si consumerà in un escalation di sangue, splatter e violenza contro gli abitanti di Silent Hill grazie all’aiuto di Rose. Loro sono i colpevoli, Alessa/Sharon era l’innocente. Ma nonostante la vendetta si sia compiuta nessuno potrà più uscire da quel limbo. Neanche Cybil, Rose e Sharon.
Al di là di alcuni difetti di trama (senza la parte “reale” di Sean Bean il film avrebbe funzionato molto meglio a nostro avviso) Silent Hill è una sorpresa per la profondità dei temi trattati, i numerosi ribaltamenti delle prospettive bene/male e la sua condanna al fanatismo e al bigottismo che come tutti sanno generano mostri.
Anche nella nostra realtà, purtroppo.
J. Mnemonic
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