About: Macerie Prime

Il fatto che Zerocalcare sia uno dei più bravi (e più venduti) autori di fumetti italiani è ormai noto. Così come è nota la sua non comune disponibilità verso i fan che lo porta sostenere maratone di dediche e disegnini con file chilometriche che attraversano tutti gli stand di Torino, Lucca  e Roma nei vari appuntamenti corrispondenti. Leggenda urbana, ma quasi certamente vera, vuole che smise di firmare autografi e fare disegnini ai fan alla Feltrinelli di Milano alle 8 del mattino seguente l’incontro. Giusto in tempo per la riapertura della libreria.

Altra cosa nota è l’impegno politico di Zerocalcare la cui graphic novel “Kobane Calling” (premiata come miglior fumetto dell’anno in varie convention) ha fatto conoscere la questione dei Kurdi a molti ragazzi ignari e disinformati.

Insomma Zerocalcare, al secolo Michele Rech, che aderisce allo straight edge (stile di vita che punk che prevede l’astinenza da tabacco, alcool e altre droghe) è, come si suol dire, sulla cresta dell’onda: le stime dei suoi libri venduti erano intorno ai 700mila a fine del 2017, e presto uscirà l’adattamento cinematografico del suo primo, indimenticabile, lavoro “La profezia dell’armadillo”.

In questi giorni è uscito il secondo capitolo della sua ultima graphic novel, “Macerie Prime” (Bao publishing) ancora una volta una storia intimista che evidenzia con la solita maestria i problemi relazionali della sua generazione.

I protagonisti come sempre i suoi amici, da Cinghiale a Deprecabile alla Cometti a Secco e ovviamente gli animali che dominano la sua coscienza come l’inseparabile armadillo.

Zero ci racconta che, oltre all’eterne incomprensioni fra giovani trentenni non realizzati che ci sono sempre state, oggi tutto è più complesso dalla precarietà lavorativa che caratterizza le nostre generazioni. Tutto si complica quando il perenne pensiero è la ricerca della soluzione per svoltare la vita. Se c’erano invidie negli ‘90 oggi sono amplificate al cubo, ed è sempre più difficile pensare di trovare soluzioni diverse dall’isolamento e dal menefreghismo.

Eppure anche questa volta Zero, riesce a dare una speranza ai suoi lettori, una speranza che potremmo definire leopardiana visto che il messaggio passa ancora dall’unione delle forze con le persone che ti stanno accanto e di cui ti puoi fidare. Nonostante le incomprensioni passate, nonostante le invidie evidenti, nonostante tutto.

Insomma un nuovo centro dell’autore e di certo altri nuovi probabili premi in arrivo per Michele Rech. E ci fa davvero piacere, se li merita tutti.

J. Mnemonic