sull’apocalisse!

Uno o pochi sopravvissuti davanti a un mondo completamente cambiato per un disastro nucleare, un epidemia, o cose più misteriose.

Un filone di libri e film ricchissimo e pieno di spunti, anche se lo diciamo subito è difficile essere ormai originali sul tema e spesso è facile ricadere in trame già viste e un poco stantie per gli avezzi al genere.

Per quel che riguarda la letteratura impossibile non partire con un omaggio doveroso, ad Edgar Allan Poe e al suo bellissimo racconto La maschera della morte rossa che nel 1842 raccontava le gesta folli di un principe che bastava pensasse fosse sufficiente rinchiudersi nel suo palazzo con cortigiani fidati per evitare il contagio.

(Nella foto: Vincent Price nell’adattamento cinematografico  di Roger Corman)

Dopo di lui doveroso citare ancora una volta due maestri del genere gotico.

Richard Matheson che con il suo inimitabile Io sono leggenda anticipò di 12 anni i morti viventi di George Romero al cinema. Anche se la questione è sempre aperta, più zombi o più vampiri quelli di Matheson? Ma del resto, storicamente, le due figure sono sempre state abbastanza sovrapposte fin dai babilonesi.

Stephen King invece con il suo quarto romanzo L’ombra dello scorpione (anche se questa traduzione fa perdere tutto il fascino del titolo originale The stand che poteva essere tradotto in diversi modi tutti migliori, da “quel che resta in piedi” a “la sfida”), lascia i demoni personali fin lì raccontati in Carrie, Shining e Christine e comincia ad elaborare il suo orrore planetario e multidimesionale. Un virus di un raffreddore inarrestabile, chiamato Captain Trips uccide il 99,9% della popolazione mondiale, ma non basta… i sopravvissuti dovranno anche essere pronti a schierarsi per la sfida finale “o con dio o con il diavolo”. In queste pagine fa la prima apparizione Randall Flagg, l’uomo nero che sfiderà l’ultimo pistolero di Gilead, Roland nell’ineguagliabile ciclo fantasy de La Torre Nera.

(Evitare come se fosse la peste, anzi come se fosse Captain Trips, l’assurdo e infimo film con Matthew Mc Conaughey e Idris Elba… eh bei tempi quando il Re ci pensava su prima di concedere l’uso improprio dei suoi libri).

Libri che raccontano una qualche apocalisse del pianeta ce ne sono diversi, sia gotici che di fantascienza pura, Philip K. Dick non ci va certo leggero con i terribili futuri che aspettano l’umanità, e nel suo racconto più celebre che ha ispirato Blade Runner parla di un mondo dove sono scomparsi tutti gli animali. Anche Dan Brown ha fatto confrontare in Inferno il suo Robert Langdon con un virus che dovrebbe sterminare un terzo degli abitanti del pianeta terra, Roberto Recchioni ci ha regalato una graphic novel “La fine della ragione” in cui i pregiudizi antiscientifici (con chiari riferimenti ai no vax) hanno preso il sopravvento e fra gli altri italiani un lavoro di azione quasi da videogame ma piacevole alla lettura (cosa non comune) lo ha fatto Liliana Marchesi nel suo ultimo romanzo Cavie.

Tornando al mondo dei fumetti, un plauso sincero e fortissimo a tutti gli autori di Dylan Dog che ci hanno regalato una serie stupenda di tredici numeri “La Meteora” che trova compimento con il numero 400 “E ora l’apocalisse” che ha riportato in alto il livello di questo fumetto che oramai sfugge ogni possibile definizione e catalogazione. E, sempre per chiudere con i fumetti, per chi non l’avesse ancora letto, L’Eternauta resta un punto di riferimento non solo per il tema “apocalisse”.

Nel mondo cinematografico invece i titoli da citare sono pressoché infiniti cominciando con gli zombi romeriani già citati e alle opere da essi ispirati come The Walking Dead.

Come non consigliare poi il Pianeta delle scimmie con Charlton Heston in ginocchio di fronte alla statua della libertà che resta una delle scene più belle della storia del cinema. Anche i prequel recenti che raccontano di come i primati, guidati da Cesare (e chi altri?) abbiano preso il controllo del pianeta sono tutti di ottimo livello.

Inevitabile poi citare la serie di Mad Max che ha fatto la fortuna di Mel Gibson e del suo remake con Charlize Theron anch’esso molto bello e inquietante.

Del successo planetario del libro (che non abbiamo letto) di Mac Carthy e del film da esso ispirato, The Road, sinceramente non sappiamo spiegarci visto che lo abbiamo trovato brutto e di certo per nulla originale. Cosa de resto che ci è successa anche con I figli degli uomini tratto dal romanzo di Pd James.

Apocalisse fantascientifica invece nel meraviglioso Interstellar con una terra condannata in cui la razza umana trova salvezza nelle stelle e nei segreti della gravità scoprendo la singolarità che rende possibile unire le conoscenze relativistiche, quantistiche e termodinamiche permettendoci così di manipolare lo spazio tempo.

Vogliamo però terminare questa piccola e incompleta rassegna con un omaggio per “Ai confini della realtà” serie televisiva degli anni ’60 mai abbastanza elogiata. Più volte in questa serie si è trattato il tema dell’apocalisse ma di certo, nella memoria di chi l’ha vista l’ottava puntata della prima serie “Tempo di leggere” resta scolpita nella memoria. Rod Serling, curatore della serie, ci racconta di un piccolo bancario che a causa della terribile moglie non poteva mai neanche portare libri in casa. Un giorno nella pausa pranzo si rinchiude nel caveau della banca per gustarsi una sana lettura ma un terribile boato sconquassa ogni cosa. Quando esce si rende conto di essere l’unico sopravvissuto di un olocausto nucleare e da un primo momento di panico si rende conta con gioia che ora ha tutto il tempo di leggere che vuole e si precipita alla biblioteca. Ma non fa in tempo neanche ad iniziare le prime letture selezionate che a causa di una distrazione rompe i suoi occhiali.

Orrore universale sconfitto dall’orrore individuale. Chapeau!

 

Alessandro Chiometti

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