Chucky 1988 Vs Chucky 2019

[attenzione spoiler]

Lo confessiamo subito a costa di perdere i lettori interessati a questo articolo.

“La bambola assassina” aka “Child’s play” aka “Chucky” per gli amici, del 1988 non ci è mai piaciuto.

Semplicemente la storia mancava totalmente di credibilità, lo strangolatore che riversa la sua anima nella bambola… al di là dell’idea più o meno discutibile è proprio lo svolgersi degli eventi che non ci ha mai convinto.

Visto e rivisto più volte al suono degli amici che dicevano “Ma no dai, non l’avrai capito!” continuiamo imperterriti a non capirlo; ci dispiace ma un bambolotto può essere posseduto anche dal diavolo in persona, ti può far spavento che parla da solo ma in conclusione un calcione bene assestato e fa la fine del bambolotto che appare in “Profondo Rosso“…con tanti saluti all’anima dello strangolatore di Chicago.

E si che Tom Holland lo avevamo già adorato per “Ammazzavampiri”. Nulla, proprio nulla.

Ma del resto, lo diciamo sempre, l’horror toccacorde così particolari che film che possono aver terrorizzato (o entusiasmato a seconda di come la si vuol vedere) miliardi di persone a te lasciano totalmente indifferente. Capita.

Abbiamo apprezzato molto invece l’omaggio che gli ha fatto Steven Spielberg nel suo bellissimo “Ready Player One“, anzi forse è per quello che ci siamo trascinati al cinema preparati a ridere del remake come avevamo riso dell’originale.

Invece siamo rimasti totalmente sorpresi, perché il remake (cosa che deve fare sempre un remake, altrimenti non serve a nulla come lo Psycho di Gus Van Sant o il clone di Funny Games girato solo per motivi commerciali), prende ispirazione dalla storia ma la rinnova e la attualizza.

Chucky qui non è posseduta da nessuno, ma è un Intelligenza Artificiale in grado di connettersi a tutte le app e ai servizi di una invadente multinazionale (la Kaslan, inevitabile non pensare alla Amazon sempre più presente nelle nostre vite) a cui sono stati tolti i “blocchi di sicurezza” da un operaio vietnamita vessato sul lavoro che compie questa vendetta prima di suicidarsi.

Allora improvvisamente con la nuova tecnologia tutto diventa plausibile, Chucky non è più un pupazzo inarrestabile (la versione ridicola di Michael Myers), ma un robot in grado di connettersi con ogni elettrodomestico o utensile Kaslan. Le cose cambiano.

Piccolo consiglio, aspettate fino alla fine per ascoltare l’inquietante voce di Mark Hamill che canta a cappella l’inquietantissima “You’re my buddy”.

J. Mnemonic