Il Gotico Italiano e gli autori della Dark Zone: intervista a Lanzetta, Mandolini e Palombi


Il secondo giorno del Terni e Narni Horror Fest è stato dedicato alle varie sfaccettature del gotico italiano, con la moderazione di Alex Coman l’evento ha visto presenti tre autori che stanno contribuendo a una seconda rinascita di questo genere: Antonio Lanzetta, Elena Mandolini e Miriam Palombi.
La presentazione degli ultimi libri degli autori ha dato il via a un’interessante discussione sullo stato di salute del genere horror in Italia e non sono mancati gli spunti di riflessione, anche di tipo sociale – i libri presentati hanno tematiche sociali molto forti – .

Elena Mandolini, con il suo “L’ultima cura”, esplora l’abisso della mente umana, andando a indagare fino a che punto di rottura la nostra psiche è capace di spingerci.
Scandagliare gli abissi della mente umana non è semplice” ci dice l’autrice, “quando scrivi è come aprire il vaso di Pandora. Apri il vaso che hai dentro: quando hai dei personaggi dentro devi aprire tutto, questo vaso va però chiuso e per questo devi utilizzare anche le tue parti più oscure. Poi, però, è necessario chiuderlo, se vuoi vivere la tua quotidianità serenamente.”

Abbiamo chiesto a Miriam Palombi del suo “Rasputin. L’ombra del monaco”:

“Rasputin mi ha sempre affascinato, mi affascina da sempre il folklore slavo. La figura di Rasputin è controversa, mi piaceva partire da qualcosa di storico. A partire dalla cronaca storica di quello che è successo la notte della morte del monaco, ho costruito una storia in cui mi sono divertita a inserire tutto quello che mi piaceva: dal nazismo più esoterico al folklore. Una creazione di puro divertimento. Ma anche un omaggio a Hellboy”.

Antonio Lanzetta autore di una trilogia thriller di grande successo – il suo “Il buio dentro” è stato citato dal Sunday Times come uno dei cinque thriller non inglesi migliori del 2017 – si è impegnato nella sua ultima opera “L’uomo senza sonno” a raccontare una storia horror ambientata in un orfanotrofio.
L’autore salernitano colpisce per la sua particolare bravura di alternare scene di pura violenza a momenti dal forte intimismo.
Gli abbiamo chiesto se il male possa avere dei limiti estremi a livello narrativo, oltre cui non si può andare:

“Forse non ci sono limiti. Noi non conosciamo quali sono i confini oltre i quali possa spingersi una persona per fare del male a una persona. Lovecraft diceva che non c’è nulla di più spaventoso nell’animo umano che la paura per l’ignoto: quel senso di non sapere cosa ci accadrà che è la vera forza della paura.”

L’intimismo può essere un’importante chiave horror, secondo Lanzetta, in quanto “il dramma sul quale costruire le storie, le rende più credibili, più vicine alle persone: tutti noi nel nostro quotidiano viviamo un dramma nel nostro piccolo. Le storie, pur nelle differenze di genere, se toccano questi piccoli drammi entrano nel cuore delle persone”.

Infine abbiamo chiesto ai tre autori dove risiede secondo loro il segreto di questa nuova rinascita del gotico italiano.

Elena Mandolini: “Ci stiamo rendendo conto che in Italia siamo pieni di folklore e leggende che vale la pena tramandare e non lasciare che si perdano. Prima guardavamo esclusivamente all’estero, in Italia siamo pieni di mostri, streghe, fantasmi, creature e bestie. Per fortuna ci sono case editrici che stanno raccontando le leggende italiane.”

Miriam Palombi: “La nostra cultura oltre a essere ammantata dal cristianesimo è anche fortemente rurale, i racconti dei fatti misteriosi degli anziani, riprendono il folklore. Adesso quel tipo di folklore non c’è più: possiamo vederlo in chiave moderna, con nuove tematiche come l’alienazione o la paura del diverso ma si ritorna sempre alle radici. A differenza del filone americano noi abbiamo tematiche diverse ed è giusto puntare su queste.”

Antonio Lanzetta: “L’Italia guarda agli Stati Uniti con una capacità di apprendimento poiché quello che ricaviamo lo riproduciamo col nostro linguaggio e con la nostra tradizione. Allo stesso tempo abbiamo un Paese pieno di contraddizioni, di folklore, storie nascoste: cose che gli autori italiani riescono ad assorbire per creare nuove opere.”

Gaetano Schinocca