JUKAI-La foresta… del nulla cosmico.
Jukai-La foresta dei suicidi, è un film del 2016 con la ormai notissima Natalie Dormer (Margery Tirell di Game of Thrones per capirci) che interpreta la protagonista.
LA TRAMA
Una ragazza amante delle escursioni (Jess) è stata vista entrare nella foresta di Aokigahara, un enorme groviglio di verde alle pendici del Monte Fuji in Giappone, meglio nota come “la foresta dei suicidi”, poiché di solito le persone entrano lì dentro per non uscirne. Sua sorella gemella (Sarah), però, dall’altra parte del mondo, non può credere che Jess si sia suicidata. Decide quindi di partire per il Giappone per trovare la sorella scomparsa. Sarà accompagnata da un giornalista australiano con pochi scrupoli. Non svelo di più per ora, ma vi dico già che c’è ben poco di originale e che non lo consiglio. Dal prossimo paragrafo potrebbero esserci spoiler.
I PERSONAGGI
Qui iniziano le dolenti note. Durante tutto il film non si riesce ad empatizzare con nessuno di loro. Non ci si affeziona. Sono tutti così mortalmente noiosi e piatti. La protagonista: la classica “sorella perfetta” senza un’ombra e senza macchia. La martire che parte nonostante possa tranquillamente starsene a casa a vivere la sua vita meravigliosa col marito che non si fa alcuno scrupolo a farle notare quanto sia seccato dal fatto che la sorella gemella di sua moglie esista nelle loro vite. Ma non riusciamo nemmeno ad odiare lui, perché lo vediamo sullo schermo per tipo cinque minuti in tutto il film. L’altra sorella, quella scomparsa: la classica ragazza ribelle, avventurosa e incurante del pericolo che finisce sempre nei guai. Però fa l’insegnante in Giappone. Il cliché dei cliché: il belloccio straniero che col suo charme vuole fare l’eroe, ma che in realtà è solo un idiota a caccia di notti di passione. Tutto il resto sono comparse o quasi che ripetono “non entrare nella foresta”. E saranno ascoltate?
L’ORRORE
L’orrore di Jukai, o almeno l’intenzione dell’orrore, si trova nelle visioni non proprio piacevoli che la foresta regala a chi vi si addentra e agli occasionali cadaveri appesi agli alberi. Peccato che anche i vari mostri che si vedono si risolvano in creature umanoidi con facce deformate. Non sono riusciti a fare nemmeno jumpscares decenti, a parte uno, forse. E poi il punto forte di questo film doveva essere l’ambientazione! Si doveva respirare un’aria asfittica, ci si doveva sentire soffocati dai rami e sperduti. Invece questa infinita distesa di verde sembra un posto piuttosto rilassante. Non bastano certo due o tre cadaveri sparsi qua e là per creare un’atmosfera horror. Il colpo di scena finale è carino, ma non basta a salvare questa fiera dell’ovvio.
REPARTO TECNICO
Una regia confusa, una fotografia mediocre, prove attoriali altrettanto mediocri, sceneggiatura pessima, colonna sonora senza alcuna spina dorsale. Insipido. Tutto insipido. E sembra proprio che chi ha girato il film non sappia assolutamente nulla del Giappone. Jukai avrebbe potuto essere ambientato anche nel cortile di casa mia. Parola chiave: insignificante.
Voto finale: 4/10
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