Midnight Mass per una Quaresima horror

Midnight Mass” è una serie prodotta da Netflix e messa in onda sulla piattaforma lo scorso autunno. Sì, lo sappiamo, siamo in ritardo, ma avevamo promesso che ne avremo parlato, non avevamo detto quando. E, dopotutto, la storia è ambientata durante il periodo di Quaresima. Non volevate un bell’horror da vedere per Pasqua?

La Trama

Riley Finn è un giovane tormentato dal rimorso di aver ucciso una ragazza investendola con l’auto mentre si trovava in stato di ebbrezza. Dopo aver scontato la sua pena in carcere, torna dai suoi genitori, nella sua isola natia, Crockett Island, che ospita una comunità di a malapena 127 anime. La comunità di Crockett Island è ormai allo sbando: storicamente pescatori, i cittadini non hanno più di che vivere da quando una petroliera ha inquinato le acque dell’isola. Nemmeno la chiesa di San Patrizio, un tempo centro nevralgico del posto, riesce più a dare loro conforto, rimanendo vuota. E l’arrivo di un nuovo parroco, Padre Paul, non può che portare scompiglio.

Devi avere Fede

Dei sette episodi di cui si compone la mini serie, i primi vi porteranno fuori strada e vi lasceranno con molti interrogativi irrisolti. Dal momento che non è ancora un classico (ma siamo sicuri che lo diventerà presto), non vi spoileriamo troppo, vi basti sapere che Mike Flanagan -un nome che ormai è una garanzia- è riuscito a ridare freschezza a un topos della letteratura e del cinema horror che sembrava ormai esaurito. E il bello è il come lo ha fatto: se “The Haunting of Hill House” era un dramma familiare, intimo, che si consuma all’interno delle mura della magione infestata, “Midnight Mass” è una feroce critica a una società che si basa su dogmi religiosi e superstizioni pericolose. Flanagan porta all’estremo le conseguenze drammatiche di un fanatismo religioso le cui parole, nelle bocche sbagliate, possono raggirare chiunque e far credere qualunque cosa.

Parli del Diavolo…

Anche in “Midnight Mass” i personaggi sono caratterizzati divinamente, due su tutti: Padre Paul e la fanatica perpetua Beverly, entrambi ossessionati, in modi diversi ma egualmente pericolosi, dal fervore religioso. Il tema della paura della morte è il fulcro centrale su cui si snodano tutte le storylines. Se Padre Paul è una figura estremamente inquietante sin dalla sua prima apparizione, poiché ogni intrusione esterna alla comunità di Crockett Island è vista come una minaccia, il vero mostro di questa storia è Beverly Keane. Il primo è talmente immerso nelle storie bibliche da non accorgersi dell’orrore, giustificando le peggiori turpitudini con i miracoli; la seconda è così maligna e avida di potere da usare la religione come arma per la propria scalata ai vertici della comunità. Nonostante i propositi di Padre Paul e di Beverly siano diametralmente opposti, le azioni di entrambi risulteranno atroci.

L’ora del giudizio

Flanagan è molto più indulgente su chi vive la fede con sincerità, ma negli episodi finali ognuno dovrà rispondere delle proprie azioni, in un’esplosione di sadica violenza che ricorda un po’ “La Notte Del Giudizio“. Dopo aver costruito la storia lentamente, Flanagan porta la vicenda a un climax che non si esaurisce fino agli ultimi minuti per due interi episodi. Registicamente parlando, il livello è altissimo. La sceneggiatura è verbosa, e in un particolare episodio ridondante: è vero, si parla dei massimi sistemi, della Morte e della Resurrezione, del Bene e del Male… Ma c’è un confronto tra i due protagonisti, Erin e Riley, che davvero poteva essere accorciato. Se i monologhi finali in “Hill House” sono commoventi e funzionali alla chiusura del cerchio, l’episodio in questione è invece straniante rispetto a tutto il senso della storia. C’è chi l’ha apprezzato. Le performance attoriali di “Midnight Mass” sono di altissimo livello, così come la fotografia. Meno lodi per il comparto del trucco.

Voto finale: 9/10.

 

 

 

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