Review: Suspiria vs Profondo Rosso

[attenzione: SPOILER INEVITABILI]

 “Profondo Rosso” è il film di Dario Argento più apprezzato in Italia, “Suspiria” è quello che ha lanciato Dario Argento sul panorama mondiale.

I due film ci hanno fatto riconciliare con il regista romano perché dobbiamo sinceramente ammetterlo il tornare a vedere, da adulti, altre sue pellicole non ci aveva convinto.

I due film hanno in comune una colonna sonora strepitosa, in entrambi i casi realizzata da Claudio Simonetti e i suoi Goblin, che in entrambi i casi fa guadagnare molti punti.

Profondo Rosso (1975)  è un thriller-horror che riesce a inchiodare lo spettatore alla sedia senza ricorrere mai all’uso del paranormale, ma soprattutto è il film in cui forse c’è il colpo di scena più geniale della storia del cinema. Quando David Hemmings realizza che “il quadro mancante” nella casa del delitto non era un quadro ma la sua visione dell’assassino nello specchio è veramente uno di quei momenti in cui lo spettatore vorrebbe complimentarsi di persona con il regista.

Suspiria (1977) invece è stato definito il cocaine-film definitivo per i colori fantastici realizzati grazie ad una pellicola Kodak a bassissimi Asa che con la giusta combinazione di luce esaltano il rosso e il blu e alteran la profondità di campo. Lo spettatore ha per tutto il film la sensazione di stare sognando il che rende plausibili anche le scene più deboli del film. Questo è poi un horror classico con tanto di demonio che possiede un intera scuola di danza tedesca. A detta di quasi tutti gli appassionati i primi dieci minuti del film sono da scuola del cinema.

I punti deboli di Profondo Rosso sono invece alcune sequenze degli omicidi in cui Dario Argento ripropone (cosa che fa spesso ma non in Suspiria) non il punto di vista della vittima e neanche quello dell’assassino; bensì quello dell’oggetto contundente. Non sappiamo a chi mai si sia ispirato per quelle assurde scene in cui il movimento del coltello (ad esempio) fa spostare tutta l’inquadratura. Qualche fan le riterrà pure scene memorabili ma a noi ci sono sempre sembrate ridicole.

Suspiria invece come abbastanza noto non ha una trama memorabile, del resto le critiche (italiane) appena uscito battevano proprio su quello, e cioè sul fatto che Argento si era limitato ad una serie di sequenze horror senza molto senso. In realtà non è proprio così, la trama per quanto semplice c’è ma bisogna ammettere che non è certo molto elaborata. Una scuola di danza posseduta da un demone che verrà affrontato e sconfitto da una ballerina dal cuore puro.  Insomma, non è che ci aveva lavorato a fondo su questo plot il buon Dario  e questo si nota anche in alcune “uscite” dei personaggi che lasciano il tempo che trovano; ad esempio il cieco che minaccia tutti con “ricordatevi che io ci sento anche se non vi vedo” o complicità più o meno velate e non svelate nel finale di alcune ballerine allieve della scuola di danza posseduta dal demone.

Su Imdb i due film presentano due voti simili 7,7/10 per Profondo Rosso e 7,5/10 per Suspiria ma mentre il primo è stato giudicato da ventiquattromila persone il secondo da cinquantacinquemila.

Su MyMovies invece la situazione è opposta, è Suspiria ad avere il voto più alto 4,07/5 contro il 3.96/5 di Profondo Rosso ma con la metà delle recensioni.

E noi? Se proprio dobbiamo scegliere fra i due film

Vi consigliamo di vederli entrambi, rappresentano di certo due degli apici del cinema horror italiano, al loro livello forse solo “La casa delle finestre che ridono” di Pupi Avati e “Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci.

J. Mnemonic