DARK TOURIST: IL TURISMO DELL’ORRORE

 

Qualche giorno fa, facendo zapping tra i documentari di Netflix (originale), mi sono imbattuta in questo titolo accattivante: Dark Tourist. Avete letto bene, tra i documentari, non tra i film. “Il giornalista neozelandese David Farrier viaggia per luoghi associati alla morte”. Ero molto incuriosita. Una sola stagione, solo 8 puntate… perché no?

Visitare posti insoliti, noti per fatti macabri o strani, è un’abitudine che c’è dalla notte dei tempi (tanto che abbiamo anche vari Atlanti dell’Orrore). Ma mi aspettavo una caccia ai fantasmi, un viaggio all’insegna di posti infestati. Invece questa è solo una minima (e spesso irrilevante) parte di quello che è chiamato il “Turismo dell’Orrore”. Sono rimasta sorpresa dalla quantità di tour turistici che vengono organizzati in certi posti, proprio per questa strana tipologia di turisti: dai territori devastati da esplosioni nucleari a città fantasma evacuate all’improvviso e mai più utilizzate, dagli stretti corridoi di un museo provocatorio ai sentieri infidi delle foreste infestate, dal tour guidato dal sicario di Escobar ne La Catedràl a Medellin alle rievocazioni della seconda guerra mondiale.

In ogni episodio di Dark Tourist, David Farrier visita tre luoghi diversi, sparsi in tutto il mondo. Onestamente, alcuni non mi sono sembrati inerenti al tema dell’orrore, ma altri restano decisamente impressi: in America, a Milwaukee, c’è un tour turistico per gli ammiratori di Jeffrey Dahmer (comprendente persino il tentativo di parlare col suo fantasma!); a New Orleans vive una comunità di vampiri che affermano di doversi cibare di sangue umano; a Fukushima e a Chernobyl si possono fare dei tour delle zone devastate dallo tsunami e di quelle radioattive (e nel secondo caso anche assaggiare qualche pesce con tre occhi). E poi ci sono le località dell’orrore inteso in senso più tradizionale, la foresta di Junkai, tristemente nota come la  foresta dei suicidi per il gran numero di persone che ci si impiccano e per quelle che non riescono più a uscire dagli intricati sentieri, le città fantasma, le case infestate, i riti voodoo…

Insomma, Dark Tourist è un documentario da non perdere se siete degli appassionati dell’orrore, in tutti i sensi. Non solo il vostro gusto sarà soddisfatto, ma scoprirete moltissime usanze nel mondo che vi lasceranno… perplessi? Forse. Sicuramente vi faranno riflettere: personalmente mi sono chiesta spesso, durante la visione, quanto l’essere umano possa diventare cinico per organizzare dei tour di piacere in questi scenari di morte e distruzione (e parteciparvi con entusiasmo). Che sia catartico ricercare la morte e sapere che non è ancora toccata a noi? Fatecelo sapere nei commenti.

Ilaria Alleva

 

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